Prendo spunto da un interessante articolo apparso su Usabile.it per stigmatizzare alcuni importanti vantaggi delle applicazioni web rispetto a quelle desktop. Senza dubbio, l’avvento del Web 2.0 e soprattutto le nuove tecnologie che sono nate contestualmente, AJAX in primis, hanno contribuito enormemente all’espansione delle applicazioni web.
G-mail è l’esempio più tangibile. Sono dell’idea che, a parte i vantaggi che AJAX puň offrire in termini di funzionalità aggiuntive all’austera interfaccia HTML, sono molto più appetibili le caratteristiche intrinseche di un’applicazione che non necessita di una installazione client per client e, come viene sottolineato dall’articolo di Boscarol, l’approccio perpetual beta che permette un continuo affinamento dell’applicazione, in maniera molto poco intrusiva (forse anche troppo…).
Le applicazioni che esentano lo sviluppatore dal tedioso compito di fornire pacchetti autoinstallanti esenti da bugs e soprattutto intelligenti al punto di prevenire gli errori dovuti a differenti sistemi operativi o versioni di sistema operativo, di differenze nelle service pack installate, configurazioni errate e non ultimo, la presenza di virus, sono una gran bella cosa! Chi ha sviluppato per anni in Visual Basic o Delphi lo sa bene, anche gli sviluppatori JAVA hanno avuto i loro bravi guai con le differenti versioni di JVM.
Le applicazioni web, invece, necessitano solo di una installazione server, nel più dei casi gestibile da remoto, un buon RDBMS che funzionerà sicuramente meglio su di un server vero, presumibilmente in hosting, quindi con pochi problemi di gestione della sicurezza, di reliability e fault-tolerance, normalmente a carico del provider.
Certo esiste anche il rovescio della medaglia, ad esempio il maggior tempo necessario a sviluppare l’applicazione rispetto all’uso di ambienti RAD o la difficoltŕ maggiore nel gestire le stampe. Difficoltà che si vanno assottigliando con la sempre maggior diffusione di ambienti di sviluppo framework per gli script web server-side.
Non dimentichiamo, infine, il monito di Tim O’Reilly e Bill Higgins che, nel loro articolo “The Uncanny Valley of User Interface Design” lanciano un appello agli sviluppatori di applicazioni web per rimanere concentrati sul fatto che un’applicazione web deve essere “accordata” al suo ambiente. In sintesi, O’Reilly e Bill Higgins dicono che non bisogna lasciarsi prendere troppo la mano dal fatto che le nuove tecnologie permettono di trasformare uno strumento che ha il DNA per vivere nel web, in un animale dall’aspetto “desktop”. (La Uncanny Valley è un concetto della robotica che dice che esiste un punto nel quale il reiterato aumento di imitazione del comportamento umano da parte dei robot, li rende infine, meno simili agli umani).